benvenuti
lunedì 31 marzo 2014
Foto di primavera
Labbra tropicali
La pianta dalle labbra calde (Psychotria poeppigiana) potrebbe accendere di desiderio i più eccitati e stupire i più curiosi, ma è abbastanza comune tra le foreste dell'Ecuador. Gli abitanti del luogo la chiamano "oreja del diablo", cioè orecchio del diavolo per le sue proprietà curative. Ha infatti diversi utilizzi medici. E come molte piante con fiori rossi nella zona viene impollinata dai colibrì.
Il fiore con le labbra e il rossetto
domenica 30 marzo 2014
Andiamo al cinema.
Storia di una ladra di libri
Regia di Brian Percival. Con Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nélisse, Ben Schnetzer, Nico Liersch.
Genere Drammatico, produzione USA, Germania, 2013. Durata 125 minuti circa. Da giovedì 27 marzo 2014 al cinema.
Il film è oggi in programmazione in 414 sale cinematografiche.
Germania, 1939. Liesel Meminger è una ragazzina di pochi anni che ha perduto un fratellino e rubato un libro che non può leggere perché non sa leggere. Abbandonata dalla madre, costretta a lasciare la Germania per le sue idee politiche, e adottata da Rosa e Hans Hubermann, Liesel apprende molto presto a leggere e ad amare la sua nuova famiglia. Generosi e profondamente umani gli Hubermann decidono di nascondere in casa Max Vandenburg, un giovane ebreo sfuggito ai rastrellamenti tedeschi. Colto e sensibile, Max completa la formazione di Liesel, invitandola a trovare le parole per dire il mondo e le sue manifestazioni. Perché le parole sono vita, alimentano la coscienza, aprono lo spazio all'immaginazione, rendono sopportabile la reclusione. Fuori dalla loro casa intanto la guerra incombe e la morte ha molto da fare, ricoverando pietosa le vittime di Hitler e dei suoi aguzzini, decisi a fare scempio degli uomini e dei loro libri.
Scautismo..ke passione!
Monsignor Faggioli
- un fondatore dello Scautismo cattolico bolognese -
«Ritrovandovi qui radunati per il mio funerale, a chi ve lo chiede dite che è morto un prete, è morto un parroco, è morto don Emilio».
Non ho conosciuto personalmente Monsignor Faggioli ma, la sua figura di "sacerdote scout" delle origini dello Scautismo cattolico italiano, mi ha sempre colpito.
Don Emilio Faggioli è stato infatti - nell'Aprile 1917 - il fondatore del primo Riparto scout cattolico della regione Emilia (una formella commemorativa è posta nel loggione della chiesa di San Giovanni in Monte, a Bologna), Commissario Regionale ASCI fino al Gennaio 1923, Assistente Ecclesiastico ASCI per l'Emilia, e alla testa dello scautismo alla rifondazione nonché animatore del primo Guidismo cattolico emiliano - romagnolo nel 1945.
sabato 29 marzo 2014
Immagini...dal mondo!!
venerdì 28 marzo 2014
Andiamo al cinema....
Amici come noi
Commedia - 90'
Operazione assai più produttiva che registica, improntata alla pura ricerca del successo di cassetta.
Consigliato: Nì
Regia di Enrico Lando. Con Pio D'Antini, Amedeo Grieco, Alessandra Mastronardi, Maria Di Biase, Alessandra Sarno.
Annarita del Piano, Giovanni Mancini, Nicola Valenzano, Mimmo Mancini, Mariela Garriga, Mohamed Zouaoui, Massimo Popolizio.
Genere Commedia, produzione Italia, 2014. Durata 90 minuti circa. Da giovedì 20 marzo 2014 al cinema e in programmazione in 341 sale cinematografiche.
Trama
Pio e Amedeo sono due grandi amici che gestiscono a Foggia un negozio di pompe funebri high tech dal nome Hai l'Under (spelling foggiano di Highlander). Pio sta per sposare Rosa, una maestrina locale, ma tramite Amedeo scopre che in rete circola un video hard in cui appare la ragazza. Pio e Amedeo decidono allora di lasciare la cittadina pugliese (Fuggi da Foggia è la canzone di sottofondo) dirigendosi prima a Roma e poi a Milano.
giovedì 27 marzo 2014
Scautismo..ke passione!
Quel primo gruppo di boy scout italiani nato a Bagni di Lucca
In pochi sanno che il primo gruppo di boy scout della storia italiana è nato nella famosa cittadina termale di Bagni di Lucca. Precisamente il 12 luglio 1910.
In quel giorno, il baronetto inglese Sir Francis Vane, militare dell’esercito britannico (conoscente di Baden Powell fondatore degli Scout nel 1907), insieme del maestro Remo Molinari, diede vita, con la firma al Law Tennis Club, all’atto ufficiale di fondazione dei “Ragazzi Esploratori Italiani”.
Molinari aveva conosciuto Vane “una mattina di primavera del 1910” mentre insegnava ai suoi alunni una lezione di ginnastica, il baronetto gli si era avvicinato invitandolo a casa sua per un colloquio nel quale, ricordava anni dopo Molinari: “gentilmente incominciò a parlare del Movimento Scout sorto in Inghilterra appena due anni prima, degli scopi educativi che si proponeva e degli ottimi risultati fino allora raggiunti nella formazione morale, spirituale e fisica dei giovani. Alla fine mi propose di creare gli esploratori a Bagni di Lucca.”
All’inizio non fu facile ma grazie alla tenacia di Molinari e Vane il 12 luglio 19010 venne redatto l’atto ufficiale di fondazione dei Ragazzi Esploratori. Un numeroso pubblico assistette all’evento al Law Tennis Club, Vane tenne un discorso in inglese seguito dai saluti di rito delle autorità, dopodiché i ragazzi esploratori effettuarono il “Giuramento Scout” al termine del quale venne consegnato ai ragazzi il distintivo scout: un giglio bianco in campo azzurro con le lettere R e E.
Il primo bambino ad indossare l’uniforme da esploratore si chiamava Pompeo Dell’Omodarme. Cappelli a falda boera ed altri tessuti per le divise erano stati ordinati a Londra e confezionati da un sarto del luogo; i bastoni scout invece furono ricavati da manichi di vanghe.
Alcune signore del paese cucirono la bandiera che venne poi inaugurata il 26 Giugno, dalla contessa Emmy Gamba insieme al pioniere dell’aviazione italiana Mario Calderara. Alla cerimonia erano presenti anche il prefetto e il regio commissario che, molto colpiti dall’iniziativa, riuscirono a far ricevere in udienza Molinari, Vane e i loro ragazzi da Sua Maestà il Re d’Italia. Il 6 Novembre di quello stesso anno Vittorio Emanuele III incontrò i trenta Ragazzi Esploratori nella tenuta di San Rossore.
Ecco la cronaca di quel giorno attraverso un pezzo dal titolo “Il Re e i Ragazzi Esploratori” pubblicato su “Il Giornale d’Italia“:
“Alle 10.30 (…) S.M. passò in rivista la compagnia dei ragazzi esploratori dei Bagni di Lucca, una nobilissima istituzione che l’inglese Sir Francis Vane, un reduce dal Transvaal, ha fondato per educare i giovani alla bontà ed alla disciplina. I ragazzi, veri militari in miniatura, hanno tenuto un contegno così corretto da meritare l’ampia lode del Sovrano e delle persone del suo seguito. La compagnia dopo aver eseguito delle evoluzioni sul piazzale di San Rossore, si è allineata intorno ad una tavola riccamente imbandita ed hanno fatto molto onore ai dolci squisiti che loro erano stati offerti da S.M. Accompagnavano questi ragazzi oltre che il loro capo Sir Francis Vane, il comandante maestro Molinari, i signori Santini, Cherubini, Pistolozzi, marchese Pucci di Firenze , il generale Ulbrich, il giudice Douetti pretore di Borgo a Mozzano, le signore Helen Zimmern e Luisa Ball: quest’ultima è la più fervente propagandista dell’istituzione. La compagnia fu molto festeggiata dalla cittadinanza. Ad esso fecero cortesi accoglienze il sindaco Buonamici, il principe Amabelek Lazarew ciambellano della corte di Pietroburgo”.
Le cronache dei quotidiani locali e nazionali diedero un notevole risalto all’avvenimento; in seguito a ciò, diverse personalità italiane, interessate al neonato Movimento Scout scrissero a Bagni di Lucca per avere informazioni e maggiori chiarimenti riguardo ai principi educativi del Boys Scouts. Vane e Molinari perciò stabilirono contatti e concordarono un progetto per la creazione di nuove sezioni REI in Toscana ed in Italia. Era iniziata l’avventura dei Boy Scout italiani.
Dentro la notizia
Ok a risoluzione insegnanti quota 96
11:51 (ANSA) - ROMA - Ok all'unanimità, nelle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera, alla risoluzione, a prima firma Saltamartini ma sottoscritta da tutti i gruppi, per risolvere il nodo degli insegnanti Quota 96, che a causa della riforma Fornero non sono potuti andare in pensione nonostante i requisiti. Ora il governo, che si è rimesso al parere delle commissioni, dovrà riferire sulle risorse entro il Def.
coRrieRe della SeRa - flash news 24
Lo sapevi che...
Nel Vangelo di San Matteo si legge "E' più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli". In realtà San Gerolamo, che tradusse dal greco al latino il testo, interpretò la parola "kamelos" come "cammello", mentre l'esatto significato è "grossa fune utilizzata per l'attracco delle navi". Il senso della frase resta sostanzialmente lo stesso, ma acquista molta più coerenza. A parte ciò, si spiega perché gli scaricatori del porto di Genova si chiamano "CAMALLI". - See more at: http://www.cosechenonsai.it/2012/05/11/lo-sapevi-che-curiosita-che-non-sai/#sthash.m49pCePM.dpuf
mercoledì 26 marzo 2014
Dentro la notizia.
i nuovi poveri...
Fanno la coda alle mense dei poveri, quando fino a qualche tempo fa avevano un lavoro, uno stipendio e una vita tranquilla. Sono i nuovi poveri.
Ogni sera in via Santa Caterina un "popolo" di invisibili si mette in fila, firma la sua presenza su una lunga lista, condivide una tavola e consuma un pasto caldo. A tratti sembra di essere piombati in un'osteria, gli avventori stasera sono 139, arrivano alla spicciolata e si accomodano dove capita, ma meglio sedere vicini agli "amici". Siamo alla mensa della Caritas e gli ospiti non sono i "senzatetto" che potremmo aspettarci. Non solo. Un team fatto di giovani volontari, due suore e una responsabile (la signora Franca) aprono le porte alle 17.40, servono acqua, portate dal primo alla frutta, poi sparecchiano e rimettono in ordine le sale.
I NUOVI POVERI. Tenute dignitose, barba e capelli fatti, persino una cravatta e un paio di tacchi: "Gli utenti sono cambiati. Adesso c'è chi ha perso il lavoro e non ce la fa - racconta la responsabile della mensa, la signora Franca - ci sono tante badanti che non lavorano e fanno fatica a mangiare. Noi siamo aperti tutti i giorni e dal lunedì alla domenica li accogliamo per dar loro quella specie di famiglia e quella tranquillità di cui hanno bisogno.
Erika Bertossi 20 marzo 2014“
Lo sapevi che...
il colore degli occhi ha un suo significato?
OCCHI GRIGI
Nome: Kiklokrì (viene dal greco, Cerchio grigio, Cerchio: Kiklos, Grigio, Nkrì)
La persona con l’occhio grigio è una persona fortunata, che tiene un colore degli occhi davvero molto raro.
Il Kiklokrì è dolce e sincero. Spesso ha paura di farsi vedere davvero com’è per paura di un giudizio freddo e sopratutto per paura che questo giudizio possa farla soffrire. In amore le ragazze e i ragazzi sono fortunati, perchè prevalgono a dare al partner quello che vogliono. In ambito femminile, danno all’uomo bellezza e sensualità, mentre gli uomini danno dolcezza e simpatia. Sono molto inteligenti ma molto prigri.
Pianeta: Venere * Pietra: Zaffiro * Colore: Rossi.
OCCHI NERI
Nome: (russo Очи чёрные, Oči čёrnye (da pronunziare Oci ciornie); inglese: Black eyes; francese: Les yeux noirs) Sicurezza, coraggio, forza. Rivelano un grande desiderio di auto affermazione a tutti i costi ed il bisogno di mettersi in mostra per timore di passare inosservato; alcune volte è indice di durezza d’animo e di freddezza.
OCCHI AZZURRI
Nome: Prosble (viene dal greco, persona con occhi azzurri, Prosopo: Persona, Ble: Azzurro)
Le persone con l’occhio azzurro sono molto invidiate, perchè sono il prototipo di persona che spesso si cerca, perchè gli occhi azzurri sono visti come un pregio, come un qualcosa in più nell’aspetto! I Prosble sono molto gelosi delle cose che gli appartengono, per quanto riguarda il partner non sono gelosi, perchè nutrono enorme fiducia nelle persone che ricambiano fiducia! Sono persone credulone e sopratutto si innamorano facilmente! Pianeta: Plutone * Pietra: Zaffiro * Colore: Giallo
OCCHI VERDI
Nome: Matifysis (Dal greco, occhio di natura, Mati: Occhio, Natura: Fysis)
L’occhio verde spesso prevale molto ad avere i bordi di un azzurro particolare. I matifisis sono persone generose, ma molto permalose. Le donne con gli occhi verdi, sono gelose del proprio partner e spesso cercano di trovare sempre il pelo nell’uovo, però sanno dare amore come nessun’altra sa dare. L’uomo invece è un’uomo vanitoso, che cerca sempre di mettersi in mostra ma non per sentirsi superiore, solo perché gli piace farsi fare molti complimenti, in compenso sono persone inteligenti e dolci. In amore sono fortunati perchè sono dei provocatori e seduttori nati! Pianeta: Marte * Pietra: Rubino * Colore: Azzurro
OCCHI MARRONI Nome: Matifous (viene dal greco, occhio del terreno, Mati: Occhio, Edafous: Terreno) L’occhio marrone è l’occhio più diffuso, però al contrario degli altri ha una storia dietro. Si dice che le persone nate con gli occhi marroni siano state baciate dal proprio angelo custode 5 secondi prima di nascere! Le persone con gli occhi marroni sono dolci, simpatiche e inteligenti. Alcuni matifous però sono pigri e non si applicato a cose che potrebbero fare in meno di qualche minuto! In amore sono fortunati, non tanto per l’aspetto fisico ma per il carattere! Il matifous è una persona di aspetto fine e bello. Sa come usare la propria bellezza. Pianeta: Saturno * Pietra: Diamante * Colore: Verde.
Da lapresaperilculo - ottobre 2012
Almanacco
26 Marzo 2014 - ore 13:00 - Taranto
Parzialmente soleggiato - temp. 16°
Santo del giorno:
S. TEODORO, S. ROMOLO, S. EMANUELE
Settimana n. 13
Giorni dall'inizio dell'anno: 85/280
A Roma il sole sorge alle 06:03 e tramonta alle 18:28 (ora solare)
A Milano il sole sorge alle 06:14 e tramonta alle 18:43 (ora solare)
Luna: 3.04 (lev.) 13.44 (tram.)
Proverbio del giorno:
Quando marzo è piovoso, il frutteto è generoso.
Aforisma del giorno:
E' la paura di morire, non il desiderio di vivere, che tiene il pazzo attaccato al corpo. (M. de Montaigne)
lunedì 24 marzo 2014
Dentro la notizia..
Pubblicato in data 12/mar/2014 L'amicizia è un bene prezioso. Queste amiche si rasano per solidarietà all'amica malata di cancro. Non è facile. Un’ultima occhiata allo specchio. Qualcuna strizza gli occhi come se il rasoio passasse su qualcosa di vivo. E perché no? Le nostre chiome non sono le nostre facce? Le nostre espressioni. La rasatura a zero diventa una festa. Un rito da condividere come segno, segno forte, di amicizia. Che diventa appartenenza. Forza. Quel lato profondo, che nelle “sorelle della notte” è il “lato oscuro” che unisce nella lotta. E forza non significa non aver timori. Guerriere sì. Gerdi arriva e le trova con il cappellino. Una cuffietta, che spesso è segno delle cure affaticanti di chi è in cura dopo l’intervento chirurgico. Uguale per tutte, con il fiorellino laterale a vezzo di un comportamento sbarazzino. E anche la cuffietta diventa segno di appartenenza. Il cancro in quel momento c’è. C’è stato, ma c’è. Con i suoi postumi fatti di timori, cure, angosce. Anche estetiche. Gerdi si sta sottoponendo alla chemioterapia. E sui loro volti senza capelli, dominano gli orecchini. Tutti diversi. E la forza per combattere. Tutte insieme. Corriere della sera di Luisa Pronzato
Lo sapevi che....
Il Giappone è un grande arcipelago, composto da quattro isole principali circondate da una miriade di isole e isolotti minori, proteso come un arco, estremo baluardo del continente asiatico. Il nome Nippon o Nihon non è che la pronuncia giapponese del cinese Jihpen che significa “il paese dell’origine del sole”.
domenica 23 marzo 2014
Proprietà benefiche del melograno
Il melograno è una ricca
fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla
ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci.Ed è proprio
questo acido che indurebbe la morte delle cellule cancerose.
Le proprietà benefiche del
melograno sono tantissime ed è proprio il caso di approfittarne per mantenerci
in buona forma, nonchè per prevenire e curare malattie varie.
La melagrana, chiamata
anche “frutto della medicina”, ha una storia antichissima ed è da sempre
simbolo di fertilità, longevità e prosperità a giusta ragione.
L’elenco delle indicazioni
terapeutiche di fitoterapia è lungo, in quanto questo rimedio naturale ci viene
in aiuto per un gran numero di patologie e stati di salute carenziali: vediamo
insieme allora “la cura del melograno” da includere stagionalmente in una sana
alimentazione.
Diciamo subito che il modo
migliore per approfittare delle sostanze curative presenti nella melagrana è
berne il succo fresco, in quanto gli altri impieghi culinari prevedono quasi
sempre quantità limitate e spesso sottoposte a calore termico.
Il succo di melograno contiene vitamine ( in particolare la
vitamina C e quelle del gruppo B) , di sali minerali ( specialmente potassio) e una notevole quantità di notevoli quantità di polifenoli
(antiossidanti per eccellenza) e antocianine.
Vediamo le proprietà benefiche del melograno e perchè
è utile berne il succo:
aiuta nella prevenzione
del cancro ( specie della prostata,del polmone e del seno) e rallenta la
crescita delle cellule tumorali;
ha effetto antietà in
quanto contiene un gran numero di antiossidanti che contrastano il
processo d’invecchiamento precoce;
favorisce la diuresi, è
consigliabile nelle diete dimagranti ed è indicato nel regime alimentare dei
diabetici;
Utile nel rimediare ai
peccati di gola: la mattina dopo aver esagerato a tavola sarebbe indicato
consumarlo da solo e a digiuno sotto forma di succo assolutamente non
zuccherato.
combatte le malattie del
raffreddamento per l’alto contenuto di vitamina C ( un bicchiere di succo di
melograno contiene il 40% del fabbisogno giornaliero) e aiuta il sistema
immunitario;
contrasta l’azione dannosa
dei raggi ultravioletti e favorisce l’abbronzatura;
aumenta il naturale flusso
del sangue verso il cuore e combatte l’ipertensione;
contrasta l‘osteoartite e
l‘artrite reumatoide;
combatte l’osteoporosi, in
quanto inibisce la degenerazione della cartilagine articolare;
è un valido supporto
durante la menopausa: le sostanze estrogeniche contenute nella malagrana
riducono l’emicrania, la depressione, la ritenzione di liquidi, favorisce il
mantenimento dell’elasticità cutanea e,
come detto sopra, è d’aiuto contro l’osteoporosi;
rafforza la mucosa
gastrica e favorisce l‘attività intestinale;
agisce contro l’accumulo
di placca nelle arterie e ne aiuta lo smaltimento, essendo così utile contro
l’aterosclerosi e i processi degenerativi dell’età e protegge il sistema
vascolare;
favorisce l’eliminazione
dei metalli pesanti presenti nell’organismo e salvaguarda i reni;
aiuta a prevenire
l’Alzheimer e il morbo di Parkinson;
protegge e rigenera il
fegato, come riportato dalla rivista scientifica Toxology and Industrial
Health;
i polifenoli contenuti nel
melograno contrastano i processi infiammatori e le allergie;
riduce il colesterolo
cattivo (LDL) e aumenta quello buono (HDL);
protegge il DNA;
ha proprietà
antibatteriche ed anti-infettive;
costituisce un vero e
proprio “viagra naturale“, combattendo la disfunzione erettile: un esperimento
clinico ha dimostrato che il
testosterone è aumentato del 30 per cento nel sangue di un gruppo di uomini affetti
dalla patologia dopo 30 giorni di somministrazione quotidiana di succo di
melograno.
Nonostante tutte queste
proprietà benefiche del melograno, bisogna comunque ricordare che l’assunzione
del frutto inibisce l’azione dei farmaci antiaritmici e che l’ingestione dei
semini interi non è indicata in presenza di colite e diverticolite.
Da trucchi di casa.com
sabato 22 marzo 2014
Dentro la notizia
Si verseranno solo
le differenze di importo oltre l'orario già pagato.
Nuovo smacco per i Comuni che sulla gestione delle strisce
blu hanno barato senza pudore, dipingendole ovunque (violando quasi sempre la
legge che impone di lasciare zone a parcheggio libero in una percentuale del 20
per cento nella zona): ora è ufficiale che non si potranno fare più multe a chi
sosta oltre l'orario pagato sulle strisce blu. Lo ha confermato il
sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Umberto Del Basso De Caro
rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, indirizzata al ministro Maurizio
Lupi, facendo chiarezza sui dubbi interpretativi sollevati da molti Comuni e su
una presunta, ma inesistente, divergenza tra il ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti e il ministero dell'Interno.
[fonte: repubblica.it] di Vincenzo Borgomeo
Lo sapevi che......
Ma è vero che è meglio non
mangiare ostriche nei mesi senza “R”?
Seconda una tradizione, le
ostriche non andrebbero mangiate durante i mesi più caldi. Come mai? Una
spiegazione scientifica esiste ed è piuttosto interessante.
Non tutti lo sanno, ma è
vero che non bisognerebbe mangiare le ostriche nei mesi che non hanno la “r”.
Potrebbe sembrare una storiella e invece è soltanto un modo simpatico per
ricordarsi in quali periodi dell’anno è preferibile non mangiare ostriche crude.
I mesi senza la “r” in
francese, così come in inglese, sono maggio, giugno, luglio e agosto. Gennaio,
diversamente dalla lingua italiana, ha invece la “r”. Un altro modo simpatico
per tenere a mente questo importante consiglio è ricordarsi che la “r” sta per
rischio.
Ma per quale motivo non
bisognerebbe mangiare ostriche nei mesi primaverili ed estivi? In questo
periodo dell’anno, il caldo rende problematici il trasporto e la conservazione
delle ostriche che, solitamente, vengono mangiate crude. Nel 1752, a Parigi,
venne emessa un’ordinanza di polizia che vietava il commercio di ostriche
durante l’estate. Nel tempo, la tradizione è rimasta invariata, nonostante
l’introduzione del moderni sistemi di refrigerazione che rendono praticamente
nullo il rischio di deterioramento.
Tuttavia, questo è solo
uno dei motivi per cui si evita di mangiare ostriche nei mesi estivi. Un altro
motivo, il più importante, è da ricercarsi nelle alghe che proliferano lungo la
costa dei paesi più caldi, soprattutto durante l’estate, e hanno la tendenza a
diffondere in acqua tossine, facilmente assorbite dalle ostriche.
Da Curiosone di Massimiliano
Bonivi
venerdì 21 marzo 2014
Incredibile...
Ma come si puo'.....incredibile
Lecce, manifesti contro i marò
"Ma quali eroi...sono due assassini". E' la frase scritta a stampatello che campeggiava su alcuni manifesti anonimi contro i marò pugliesi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e visti affissi sui muri di alcune strade del quartiere Rudiae, San Pio a Lecce e fatti rimuovere dalla polizia.
Tgcom 24
Notizia del giorno
IL NIDO DEGLI ORRORI
Asilo Cip Ciop, maestre condannate anche in Appello
Il tribunale d'Appello di Genova ha confermato la sentenza di primo grado: sei anni e 4 mesi ad Anna Laura Scuderi, cinque anni a Elena Pesce. Erano accusate di maltrattamenti verso i bambini del nido. Tgcom 24
giovedì 20 marzo 2014
mercoledì 19 marzo 2014
I falò di San Giuseppe
Ogni 19 marzo, per la festa di San Giuseppe, la Puglia si accende con i suoi numerosi falò devozionali, memoria di antichi usi e costumi rivissuti oggi dalle comunità in un clima di festa e allegria.
Il falò è per tradizione parte di un rituale di purificazione e di consacrazione. Riti silvestri pagani, avevano il significato di celebrare l’arrivo della primavera e l’invocazione di una buona annata per la raccolta nei campi.
Su queste motivazioni è stata innestata successivamente la ricorrenza religiosa di San Giuseppe il 19 marzo.
Da non perdere inoltre, sempre il 19 marzo, l'antica tradizione delle Táule di San Giuseppe, allegre tavolate dal significato simbolico e rituale allestite nelle case e nelle piazze dei comuni del tarantino, del brindisino e del leccese.
Nella tradizione popolare, San Giuseppe, è il santo protettore dei poveri e degli abbandonati. Con l’accensione dei FUOCHI si ritiene venga ricordato il peregrinare della coppia di giovani sposi che si videro rifiutata la richiesta di un riparo per il parto. In molte regioni di Italia questo atto, che viola i due sacri sentimenti dell'ospitalità e dell'amore familiare, viene ricordato anche con l'allestimento di un banchetto dedicato, appunto, ai più bisognosi.
L'origine di questa tradizionale manifestazione non e’ certa : se alcuni fanno risalire l'accensione del fuoco in ricordo di San Giuseppe che patì il freddo nella grotta di Betlemme, altri danno a questo evento un significato più pagano. Si ritiene , infatti, che possa risalire addirittura ad una delle feste più importanti dell'antica Roma, in occasione della quale veniva invocato "il sol invictus", la festa della vittoria della luce e della primavera sull'oscuro inverno.
Il falò è per tradizione parte di un rituale di purificazione e di consacrazione. Riti silvestri pagani, avevano il significato di celebrare l’arrivo della primavera e l’invocazione di una buona annata per la raccolta nei campi.
Su queste motivazioni è stata innestata successivamente la ricorrenza religiosa di San Giuseppe il 19 marzo.
Da non perdere inoltre, sempre il 19 marzo, l'antica tradizione delle Táule di San Giuseppe, allegre tavolate dal significato simbolico e rituale allestite nelle case e nelle piazze dei comuni del tarantino, del brindisino e del leccese.
Nella tradizione popolare, San Giuseppe, è il santo protettore dei poveri e degli abbandonati. Con l’accensione dei FUOCHI si ritiene venga ricordato il peregrinare della coppia di giovani sposi che si videro rifiutata la richiesta di un riparo per il parto. In molte regioni di Italia questo atto, che viola i due sacri sentimenti dell'ospitalità e dell'amore familiare, viene ricordato anche con l'allestimento di un banchetto dedicato, appunto, ai più bisognosi.
L'origine di questa tradizionale manifestazione non e’ certa : se alcuni fanno risalire l'accensione del fuoco in ricordo di San Giuseppe che patì il freddo nella grotta di Betlemme, altri danno a questo evento un significato più pagano. Si ritiene , infatti, che possa risalire addirittura ad una delle feste più importanti dell'antica Roma, in occasione della quale veniva invocato "il sol invictus", la festa della vittoria della luce e della primavera sull'oscuro inverno.
L'accensione dei Fuochi, consuetudine già diffusa e presente nelle campagne e nata da esigenze pratiche come quelle di bruciare gli arbusti della potatura e il residuo del raccolto dei campi, fu associata alla celebrazione solenne del Santo nel settecento.
Da quel momento in ogni piazza e campagna di Italia (ma anche in alcune regione del resto dell' Europa) enormi cataste di legna e rovi secchi vengono accesi affidando al fuoco l'abbondanza del raccolto, il benessere degli uomini e degli animali, il compito di allontanare il male.
E' infatti con la festa di san Giuseppe che si saluta definitivamente l'inverno e si comincia a respirare il profumo della primavera.
Quale che sia l'origine, i falò di San Giuseppe hanno resistito, in quasi tutto il meridione d'Italia, per decenni: una ingente quantità di legna (frasca) da far ardere per tutta la serata serviva a raggruppare famiglie, giovani e, soprattutto, bambini intorno al "fuoco di San Giuseppe”.
I non più giovanissimi non possono non ricordare questo avvenimento che richiedeva molti giorni di preparazione nel raccogliere legna dai campi e trasportarla coi carrettini o trascinandola, al luogo prescelto per il fuoco. Negli anni Sessanta c’erano tutte le condizioni favorevoli per continuare e tramandare questa tradizione. Prima fra tutte un’urbanizzazione che, seppur in crescita, lasciava ancora ampi spazi e campi all’interno dei centri abitati. Ogni quartiere poteva vantare il suo fuoco, e questo alimentò anche una sorta di gara, o disputa, a chi faceva il fuoco più alto, più grande e più durevole. Ci si muoveva in massa :i bambini in prima linea, con i ragazzi più grandi che coordinavano, ma anche gli adulti impegnati nella riuscita del FUOCO . I ragazzi, soprattutto erano da giorni impegnati a raccogliere la frasca , formata in gran parte da ginestre e altri arbusti simili quale le rimanenze dalla potatura dell' olivo o della vite .
Nelle sere immediatamente a ridosso della fatidica accensione si formavano piccole bande di ragazzi che giravano per i rioni nel tentativo di bruciare “la Frasca” degli altri, così si organizzavano turni di guardia con bidoni da percuotere dalle sentinelle pronte a fare schiamazzo e avvisare il rione del pericolo.
La sera della vigilia della Festa di San Giuseppe nel posto prestabilito, al centro, si scavava un buco e vi si piantava un albero di elce,chiamato PeDANALe che veniva addobbato e preparato per l’accensione con materiali secchi, per lo più formati da "cistarielli ", e lo si circondava di frasca. Infine l’accensione che vedeva la partecipazione di quasi tutte le famiglie pronte ad assistere al grande evento con inizio intorno alle ore 21,00. C’era sempre un esperto per accendere il fuoco in modo accurato e omogeneo, normalmente uno dei “grandi” . E poi tutti a guardare ammutoliti le fiamme alzarsi ed ascoltare con orgoglio il crepitio degli arbusti che ardevano . Infine quando ormai restava un fuocherello basso e le braci ardenti i più grandicelli si esibivano con i salti del fuoco tra gli applausi dei presenti.
sabato 8 marzo 2014
Le Zeppole di San Giuseppe
Ingredienti:
500 gr. di farina
10 uova intere
100 gr. di burro
1/2 l. acqua
Preparazione delle zeppole di San Giuseppe
Fate riscaldare in
una casseruola l’acqua, il burro e un pizzico di sale: appena accenna a bollire incorporate la farina in un
solo colpo mescolando rapidamente con un cucchiaio di legno fino a che il
composto non si stacca dalle pareti del recipiente ( questa fase dura circa 10
minuti )
Fate raffreddare
l’impasto delle zeppole.
Aggiungete,
mescolando e uno alla volta, i tuorli e
gli albumi
Versate il
composto in una siringa da pasticciere e formate
delle ciambelline con il buco al centro.
Friggetele in olio
extravergine molto caldo rigirando le zeppole tre o quattro volte in modo da
avere una cottura uniforme
Sono cotte quando
assumono un bel colore dorato. Se sono venute bene si gonfiano e non assorbono
olio
Stendetele su
carta da cucina in modo da assorbire l’olio in eccesso
Ora vanno farcite,
tagliandole a meta, con crema pasticcera e guarnite con due amarene sciroppate
sistemate in due punti opposti o un cucchiaino di marmellata di amarene.
Spolveratele con zucchero a velo e ,se piace, cannella.
Se non potete o non volete mangiarle fritte potete
cuocerle al forno. Formate le zeppole in una teglia da forno e cuocetele a 190°
fino a che diventano dorate, quindi farcitele come sopra.
CREMA PASTICCERA
Ingredienti 4 persone
Latte ½ L.
Zucchero 150 gr.
Farina 50
gr.
Tuorli 5
Limoni 1
Sgusciate le uova, separate i tuorli dagli albumi e tenete
da parte. In una casseruola versate il latte, 75 g di zucchero, la scorza di
limone, la bacca di vaniglia e portate a bollore. In una ciotola versate i tuorli e il resto dello
zucchero. Montateli con una frusta incorporando anche la farina. Quando il
latte bolle versatene una piccola quantità sul composto a base di uova e
mescolate. Unite il latte rimasto, eliminando la scorza di limone, mescolate
velocemente, versate il tutto nella pentola e lasciate addensare sul fuoco
continuando a mescolare con la frusta. Quando la crema è densa versatela in una
ciotola e coprite con un foglio di pellicola alimentare . Fate raffreddare la crema in un recipiente con
acqua fredda. La crema pasticcera è pronta per la farcitura.
Oggi....cucino io!! Sabato 08/03/14
Ricordo con simpatia e probabilmente con un pizzico di malinconia(per ovvii motivi) che da ragazzino, il calendario o meglio i giorni della settimana erano strettamente legati al menu' casalingo....eh gia', ogni giorno della settimana aveva un proprio piatto e allora quando qualcuno chiedeva "che si mangia oggi?" la risposta era sempre di questo tipo: " oggi e' lunedi, quindi si mangia...."
Proprio così...era un rituale che si ripeteva settimana dopo settimana ed piu' o meno così:
Domenica: Ragu' di carne o una lasagna al forno o una bolognese con la carne macinata...un sugo comunque importante ed elaborato.
Sabato: ricordo che questa era la giornata del brodo....di carne, di gallina o tacchino, vegetale
insomma uno sciaquabudelle, eheheheheheh .
Venerdi: bè, almeno per i cattolici, il venerdi niente carne e insaccati....quindi solitamente a base di pesce o latticini.
Martedi e Giovedi erano due giorni dedicati alla pasta asciutta....sughi al pomodoro molto semplici..Una variante del giovedi erano i piselli o le fave fresche , naturalmente nel periodo giusto.
Mercoledi: era il momento delle zuppe o del minestrone o in alternativa pasta e patate.
Lunedi: era dedicato esclusivamente ai legumi: fagioli, ceci, lenticchie, fave e foglie con la cipolla fresca...
Quindi per concludere:
Lunedi......legumi
Martedi.....pasta asciutta
Mercoledi...minestrone
Giovedi......sugo semplice o piselli.
Venerdi.....tubettini con le cozze, vongole.....
Sabato......brodo
Domenica...Ragu'
Questo per quanto riguardava i primi piatti. Oggi come funziona? Ognuno cucina quel che vuole, magari comprando gia' preparato, o in bustine, surgelato ...Come si suol dire: i gusti sono...gusti!! ciao
Proprio così...era un rituale che si ripeteva settimana dopo settimana ed piu' o meno così:
Domenica: Ragu' di carne o una lasagna al forno o una bolognese con la carne macinata...un sugo comunque importante ed elaborato.
Sabato: ricordo che questa era la giornata del brodo....di carne, di gallina o tacchino, vegetale
insomma uno sciaquabudelle, eheheheheheh .
Venerdi: bè, almeno per i cattolici, il venerdi niente carne e insaccati....quindi solitamente a base di pesce o latticini.
Martedi e Giovedi erano due giorni dedicati alla pasta asciutta....sughi al pomodoro molto semplici..Una variante del giovedi erano i piselli o le fave fresche , naturalmente nel periodo giusto.
Mercoledi: era il momento delle zuppe o del minestrone o in alternativa pasta e patate.
Lunedi: era dedicato esclusivamente ai legumi: fagioli, ceci, lenticchie, fave e foglie con la cipolla fresca...
Quindi per concludere:
Lunedi......legumi
Martedi.....pasta asciutta
Mercoledi...minestrone
Giovedi......sugo semplice o piselli.
Venerdi.....tubettini con le cozze, vongole.....
Sabato......brodo
Domenica...Ragu'
Questo per quanto riguardava i primi piatti. Oggi come funziona? Ognuno cucina quel che vuole, magari comprando gia' preparato, o in bustine, surgelato ...Come si suol dire: i gusti sono...gusti!! ciao
venerdì 7 marzo 2014
Oggi...cucino io!! Venerdi 07/03/14
PASTA ZUCCHINE E GAMBERI
Ingredienti per 4 persone
Aggiungete ora le zucchine fatte a cubetti e le facciamo friggere a fuoco medio-basso, mescolando . Le zucchine devono rimanere abbastanza morbide.
Quindi aggiungete i gamberetti sgusciati. Cuocere per 1 minuto, mescolando. Girare di tanto in tanto i gamberetti, e se vogliamo, possiamo sfumare con del vino bianco, e lasciamo cuocere per altri 5 minuti, con il coperchio sulla pentola. Aggiustare di sale, di pepe nero e\o peperoncino (se preferiamo) e terminiamo la cottura per qualche altro minuto.
Scoliamo la pasta (che avremo messo a bollire con dell'anticipo in una pentola) e la passiamo in padella, a fuoco medio, con il condimento, per un paio di minuti a fiamma ridotta. Facciamo saltare in padella e il piatto di pasta zucchine e gamberetti e' pronto.
Come variante a questo piatto, potete aggiungere dei pomodorini insieme alle zucchine...il procedimento e' sempre lo stesso.
Ingredienti per 4 persone
400 gr. di pasta a piacere
250 gr. di gamberi già puliti
2 Zucchine
1/2 CIipolla
Olio extravergine d'oliva q.b.
Sale q.b.
pepe o peperoncino
vino bianco
Preparazione:
I gamberetti freschi sono
sicuramente l'ideale per questa ricetta, anche se dobbiamo pulirli e sgusciarli.
In una padella scaldate l'olio a fuoco medio. Aggiungere la cipolla
e lasciarla soffriggere fino a quando non sia dorata.Aggiungete ora le zucchine fatte a cubetti e le facciamo friggere a fuoco medio-basso, mescolando . Le zucchine devono rimanere abbastanza morbide.
Quindi aggiungete i gamberetti sgusciati. Cuocere per 1 minuto, mescolando. Girare di tanto in tanto i gamberetti, e se vogliamo, possiamo sfumare con del vino bianco, e lasciamo cuocere per altri 5 minuti, con il coperchio sulla pentola. Aggiustare di sale, di pepe nero e\o peperoncino (se preferiamo) e terminiamo la cottura per qualche altro minuto.
Scoliamo la pasta (che avremo messo a bollire con dell'anticipo in una pentola) e la passiamo in padella, a fuoco medio, con il condimento, per un paio di minuti a fiamma ridotta. Facciamo saltare in padella e il piatto di pasta zucchine e gamberetti e' pronto.
Come variante a questo piatto, potete aggiungere dei pomodorini insieme alle zucchine...il procedimento e' sempre lo stesso.
giovedì 6 marzo 2014
Oggi...cucino io!! Ricetta del Giovedi.
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di patate a pasta bianca
1 kg di patate a pasta bianca
300 g circa di farina
1 uovo
300 g di passata di pomodoro, possibilmente fatta in casa
2 spicchi d’aglio
Olio extravergine di oliva q.b.
1 ciuffetto di basilico
Pecorino sardo grattugiato
Zucchero semolatoSale e pepe q.b.
1 uovo
300 g di passata di pomodoro, possibilmente fatta in casa
2 spicchi d’aglio
Olio extravergine di oliva q.b.
1 ciuffetto di basilico
Pecorino sardo grattugiato
Zucchero semolatoSale e pepe q.b.
Lavate accuratamente le patate,
mettetele all’interno di una casseruola coprendole con acqua
fredda, e lessatele con la buccia. Scolatele e, mentre sono ancora
calde, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate disponendole
su di una spianatoia infarinata. Quando il passato sarà tiepido,
unitevi l’uovo, circa metà della farina e un
pizzico di sale e iniziate ad impastare con le mani
aggiungendo poco alla volta il resto della farina fino a quando otterrete un
impasto soffice, ma compatto e privo di grumi, che non si
appiccica più alle mani. La quantità di farina da utilizzare è
assolutamente variabile ed indicativa, perché dipende dalla diversa
capacità di assorbimento delle patate.
Ora prendete una parte dell’impasto,
formate dei cilindretti e tagliateli in tocchetti di circa
2 cm dilunghezza. Infarinateli, passateli uno alla volta lungo i
rebbi di una forchetta per conferirgli la classica forma a
gnocchetto e disponeteli su di un panno pulito ed
infarinato.
Preparate il sugo che
andrà ad accompagnare gli gnocchi, pelando gli spicchi d’aglio,
schiacciandoli e facendoli rosolare in un’ampia padella insieme a 2
cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungetevi la
passata di pomodoro, regolate di sale e di pepe,
unitevi una punta di zucchero e fate cuocere per 10 minuti
circa, fino a quando si sarà ridotto. Eliminate l’aglio ed
unite al sugo alcune foglie di basilico spezzettate con
le mani.
Portate ad
ebollizione abbondante acqua salata e tuffatevi gli gnocchi,
pochi per volta altrimenti si attaccano. Quando affioreranno in superficie
scolateli con una ramina e conditeli con i lsugo appena
preparato. Completate con una generosa spolverata di pecorino
grattugiato e foglie di basilico fresche.
mercoledì 5 marzo 2014
Subito dopo la conquista della statuetta per il Miglior Film Straniero, Canale 5 ha trasmesso in prima serata ‘La Grande Bellezza’ di Paolo Sorrentino.
Un colpaccio, considerando che in tantissimi si sono sintonizzati per vedere la pellicola o per rivederla dopo averla ammirata sul grande schermo. Come ogni evento televisivo che si rispetti, il popolo di Twitter si è scatenato, tra commenti positivi e negativi, trasformando l'hashtag #LaGrandeBellezza in un trend.
Non tutti hanno però apprezzato il film, trovandolo sopravvalutato, e lanciando anche l'hashtag #LaGrandeBellezzaFaSchifo.
Ieri sera tutti davanti alla tv a vedere La Grande Bellezza. A voi è piaciuto? Lasciate un commento
Oggi...cucino io!! Mercoledi delle ceneri
Con oggi... inizia il periodo Quaresimale...periodo di
penitenza per i cattolici
che precede la
Pasqua....quindi astinenza dalle carni o addirittura digiuno...
Oltre ad oggi e fino a
Pasqua il venerdi si evitera' di mangiare carne e suoi derivati,grassi animali!!
Ingredienti per 4 persone:
1 kg baccalà dissalato e spellato, 2 peperoni (1 rosso e 1
verde), 500 g. pomodorini ciliegini, 1 bicchiere vino bianco
secco, 1 grossa cipolla, 2 spicchi d’aglio, 2 cucchiai capperi sott’aceto, olive verdi e olive nere snocciolate, 2 cucchiai di pinoli, 1 bicchiere
scarso aceto, 1 cucchiaio zucchero, abbondante prezzemolo tritato, farina,
olio, sale, pepe.
Preparazione:
togliete accuratamente tutte le spine al baccalà e
dividetelo in 4 pezzi, infarinateli e rosolateli in una larga padella con 4
cucchiai di olio, proseguendo la cottura per mezz’ora, rigirandoli spesso e
bagnandoli con il vino bianco. in un altro tegame soffriggete con 3 cucchiai
d’olio la cipolla e l’aglio tritati grossolanamente. Unite pinoli, zucchero e
aceto, lasciate sobbollire per cinque minuti, aggiungete i peperoni tagliati a
dadi, i capperi, le olive e i pomodorini. Proseguite la cottura per una decina
di minuti, finché la salsa è legata, regolate di sale e pepe, servite il
baccalà ben dorato e contornato con le verdure, spolverando con il prezzemolo
tritato.
martedì 4 marzo 2014
Oggi...cucino io!! Speciale Martedi Grasso
Un piatto tradizionale che si prepara nel tarantino nel periodo carnevalesco e in particolare il giovedi e il martedi grasso è:
Calzoni ripieni di ricotta al sugo.
Si tratta di una pasta all’uovo il cui ripieno è preparato con ricotta e zucchero. I calzoni poi una volta preparati vengono conditi con del sugo semplice di pomodoro e basilico, o con l’aggiunta di un po’ di macinato e una spolverata di parmigiano.
Naturalmente esistono altre varianti e si possono preparare con carne macinata, mozzarella e prosciutto, ricotta e spinaci.....
Ingredienti
pasta:
2 uova
un po’ di acqua
ripieno:
1 uovo
1 cucchiaio di zucchero
300gr. salsa di pomodoro
1/2 cipolla
basilico fresco
sale q.b.
preparate del sugo fresco mettendo in un tegame della
cipolla tagliata finemente, con dell’olio evo. Quando comincia a soffriggere
unite la salsa di pomodoro e il sale, e lasciate cuocere per una ventina di
minuti.
Per i calzoni alla ricotta mettiamo sulla
spianatoia la semola formando una fontana,inseriamo le uova e impastiamo,aggiungendo dell'acqua se necessario e un pizzico di sale.
Otterremo così un impasto piuttosto morbido che lasceremo riposare mentre prepariamo il ripieno dei nostri calzoni.
setacciamo la
ricotta, quindi aggiungiamo l’uovo e lo zucchero e amalgamiamo il tutto.
Stendiamo ora la pasta facendo una sfoglia molto sottile,
tagliamo con un coppapasta tondo o con un bicchiere ... dei cerchi, mettiamo
al centro di essi il preparato di ricottae richiudiamo i cerchi di pasta a mezzaluna. Facciamo un
piccolo foro con uno stuzzicadenti, in modo tale che non si gonfino e scoppino
durante la cottura.
Mettiamo ora sul fuoco la nostra pentola con l' acqua,
portiamola a bollore e versiamo i nostri calzoni alla ricotta. E' sufficente cuocerli per qualche minuto quindi scolateli, e conditeli con il sugo preparato precedentemente, qualche fogliolina di basilico e abbondante spolverata di parmigiano. Buon...Martedi grasso...
lunedì 3 marzo 2014
Oggi...cucino io!! Lunedi 03/03/14
Maltagliati fave e pecorino
Ingredienti per 4 persone
220 gr. di semola di grano duro
110 gr. d’ acqua
200 gr. di fave con la buccia
olio
sale
60 gr. di pecorino
Procedimento
Prepariamo la pasta: formate la classica fontana con la
semola e aggiungiamo un po’ alla volta l’acqua tiepida, aggiungiamo quanto
basta di sale e impastiamo. Ottenuto il composto lo lasciamo riposare per 30
minuti circa.
Subito dopo stendiamo la pasta con il mattarello fino ad
ottenere una sfoglia sottile. Ora possiamo creare i nostri maltagliati,
tagliandoli come piu’ ci piace (forme irregolari).
Fate sbollentare le fave per pochi minuti in modo da poter
togliere facilmente la buccia.
Mentre bolle l'acqua per i nostri maltagliati, saltiamo per
qualche minuto le fave nell'olio e le saliamo. Tagliate a fettine il pecorino, scolate la pasta al dente, e fateli saltare nel
tegame con le fave aggiungendo eventualmente un pò dell'acqua di cottura.
Unite
il pecorino al piatto e…Buon appetito.
domenica 2 marzo 2014
Oggi ...cucino io!! Domenica 02/03/14
COZZE "ARRAGANATE"
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg
di Cozze Nere,
200 gr
di mollica di pane raffermo,
2
spicchi d'aglio,
300 gr
di passata di pomodoro,
1 dl
di Olio Extra Vergine di Oliva,
1/2
bicchiere di vino bianco,
Prezzemolo
Preparazione:
Le
cozze vanno private della valva superiore, sistemate in un tegame di coccio con
mollica di pane, origano, aglio e prezzemolo, irrorate di olio d'oliva e succo
di pomodoro, e mandate in forno; a mezza cottura si spruzzano di vino bianco
secco.
Potete accompagnare questo caratteristico piatto gustando delle alici fritte con una spruzzatina di aceto o se preferite limone, olio e prezzemolo.
sabato 1 marzo 2014
Oggi...cucino io: sabato 01/03/14
SPAGHETTI ALLA CARBONARA
Ingredienti per 2 persone:
180/200 gr. di spaghetti
140 gr. di guanciale
40 gr. di pecorino
1 uovo
1 tuorlo
pepe
Procedimento:
mettete a bollire l'acqua per la pasta. Prendete il guanciale, eliminate la cotenna e tagliatelo a listarelle per poi ottenere dei dadini....
Mettete il guanciale tagliato in una padella antiaderente senza olio e fatelo rosolare a fiamma bassa fino a quando il grasso non sara' diventato trasparente. A questo punto alzate la fiamma e saltate per qualche minuto per renderlo croccante.
Sbattete l'uovo, il tuorlo, meta' pecorino e pepe nero tutto insieme.... Quando il tutto sara' pronto mettete a cuocere gli spaghetti in acqua salata e non appena saranno al dente, scolateli e uniteli al composto precedentemente preparato. Aggiungete il guanciale e rigirate il tutto molto velocemente.Se occorre unite con un po' d'acqua di cottura, impiattate cospargendo gli spaghetti con il pecorino rimasto e altro pepe.
Buon appetito..............
Ingredienti per 2 persone:
180/200 gr. di spaghetti
140 gr. di guanciale
40 gr. di pecorino
1 uovo
1 tuorlo
pepe
Procedimento:
mettete a bollire l'acqua per la pasta. Prendete il guanciale, eliminate la cotenna e tagliatelo a listarelle per poi ottenere dei dadini....
Mettete il guanciale tagliato in una padella antiaderente senza olio e fatelo rosolare a fiamma bassa fino a quando il grasso non sara' diventato trasparente. A questo punto alzate la fiamma e saltate per qualche minuto per renderlo croccante.
Sbattete l'uovo, il tuorlo, meta' pecorino e pepe nero tutto insieme.... Quando il tutto sara' pronto mettete a cuocere gli spaghetti in acqua salata e non appena saranno al dente, scolateli e uniteli al composto precedentemente preparato. Aggiungete il guanciale e rigirate il tutto molto velocemente.Se occorre unite con un po' d'acqua di cottura, impiattate cospargendo gli spaghetti con il pecorino rimasto e altro pepe.
Buon appetito..............
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